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Fino a qualche anno fa parlare di Cloud Computing era per pochi esperti del settore, oggi invece, la nuvola è entrata in numerosi contesti non solo aziendali ma anche del pubblico impiego. Ad accelerare l’adozione di Cloud Services è stata proprio l’emergenza sanitaria che, con sfumature diverse, ha portato ad una riduzione della mobilità degli individui, divieto di assembramento e isolamenti forzati.

Le Piccole e Medie Imprese (PMI), che rappresentano – secondo i più recenti dati ISTAT- il 54% della produzione industriale italiana e impiegano circa il 76% della forza lavoro, sono tra le realtà più impattate dalla crisi economica innescata dalla pandemia. L’adozione del Cloud Computing da parte delle PMI è cresciuta al 42%, dopo anni di stallo al 30%. Secondo il report 2019-2020 dell’Osservatorio Cloud Transformation della School of Management del PoliMi, il mercato Cloud in Italia ha superato i 3,34 miliardi di euro, con una crescita del +21% rispetto all’anno precedente. Da ciò è derivata una nuova consapevolezza dei vantaggi insiti nella cosiddetta “nuvola informatica”: per il 43% delle PMI che utilizzano il Cloud, infatti, questo rappresenta ora il modello di sourcing preferenziale per tutte le nuove iniziative. Con la tecnologia Cloud le aziende possono usufruire, tramite server remoto, di risorse software e hardware, il cui utilizzo è offerto come servizio da un provider. Grazie ad una solida infrastruttura cloud, la potenza della macchina, sia essa fisica o virtuale, aumenta a seconda delle esigenze e permette prestazioni migliori. Questa flessibilità consente alle imprese di liberare risorse e capacità, umane ed economiche, nell’ottica di promuovere nuovi progetti digitali innovativi. Infine, in qualsiasi momento è possibile aggiungere servizi in base alle necessità. Grazie al Cloud Computing aziende e organizzazioni possono accedere alle infrastrutture IT in modo nuovo, prescindendo dal concetto di possesso e di investimento, in quanto non ci sono più i costi relativi all’hardware.

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La potenza e l’affidabilità dei data center sono maggiori rispetto ai classici sistemi adottati dalle imprese, infatti, ospitando piattaforme, software e database in remoto, il cloud permette di liberare memoria e potenza computazionale sui singoli computer della propria azienda. Non essendo limitati all’hardware si ha la possibilità di usare applicazioni cloud in qualsiasi luogo e con qualsiasi dispositivo. Di conseguenza, le applicazioni più richieste sono quelle per la condivisione di file e la collaborazione con essi offrendo, la possibilità di collaborare con il team e lavorare sullo stesso documento in tempo reale evitando sprechi di tempo e lavorando da qualsiasi parte del mondo. L’accesso ai dati è possibile indipendentemente da quello che succede al tablet o al pc e i dati possono essere cancellati e protetti in modo migliore, al fine di evitare che cadano nelle mani sbagliate. La vera sfida è che questo cambio di rotta, rischia di arenarsi in una soluzione provvisoria quando le PMI ritorneranno ad una nuova normalità.

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