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Alla fine il decreto “Semplificazioni” ha sbianchettato l’applicazione del Superbonus 110% sugli alberghi. E’ stato uno dei capitoli in bilico fino alla fine, accanto al contestato pacchetto sugli appalti, ma alla fine il Governo – dopo aver prorogato la misura fino al 2023 – ha deciso di non applicarla ai lavori di efficientamento sulle strutture ricettive.



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Oltre alla platea dei beneficiari si è deciso di intervenire anche sulle modalità di adesione, ritenute piuttosto farraginose. Finora le regole per l’accesso, infatti, hanno rallentato la richiesta dello sconto fiscale (2 miliardi su 18 stanziati) e una semplificazione era attesa da proprietari e professionisti. Per fare partire i lavori basterà quindi la comunicazione di inizio lavori (Cila), come per le ristrutturazioni straordinarie, e non servirà più la doppia conformità. Ma in questo processo di revisione e miglioramento verranno meno gli alberghi, in quanto la misura è stata valutata come troppo costosa. Una estensione arriva invece per case di cura, caserme, ospedali e ospizi.



Resta l’amaro in bocca per tutto il settore alberghiero, già molto provato per la crisi del turismo consequenziale alla pandemia. Sul tema si è espresso anche Federalberghi, che ha auspicato un dietrofront. “Le indiscrezioni relative alla possibilità che il superbonus venisse esteso anche agli hotel avevano creato un’aspettativa che rimane disattesa” – si legge in una nota. “La delusione c’è. Confidiamo che durante l’iter del decreto semplificazioni si rimetta mano all’esclusione della misura chiesta per il nostro comparto che, in condizioni ottimali, produce il 13% del PIL nazionale”.

“Confidiamo – prosegue la nota – che il provvedimento possa essere integrato dal Parlamento in chiave estensiva per gli attuali e vigenti crediti di imposta del nostro settore. Sappiamo che il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, è al nostro fianco. Per questo l’auspicio è che la pragmaticità, cifra di questo Governo, venga applicata con criterio di priorità al comparto in assoluto più danneggiato e letteralmente messo in ginocchio dalle conseguenze della pandemia”.



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