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Lì dove dovrebbero esserci infiniti sorrisi, c’è una valle di lacrime. La fabbrica del divertimento, prova, non certo con poca fatica, a ripartire dopo l’annus horribilis del Covid-19. Dopo una lunga trattativa con il Governo, il 15 giugno (per le zone gialle, da fine maggio per quelle bianche) è la data che ha finalmente segnato la riapertura di tutti i parchi divertimento, tematici e luna park dopo un lungo periodo di stop che ha causato ingenti perdite agli oltre 200 parchi dislocati lungo il territorio italiano.



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Il comparto, che conta circa 230 aziende, è stato fino ad oggi tra i più colpiti dalla crisi, con perdite tra il 70 e l’80%, non solo a causa della perdurante chiusura, ma anche a causa degli ingenti costi fissi legati alla manutenzione delle strutture (attrazioni, spazi verdi, scenografie, ecc…) e al mantenimento degli animali. A ciò va aggiunta la sistematica assenza di ristori e di agevolazioni fiscali, a differenza di quanto avvenuto per altri settori altrettanto colpiti dalla crisi. Il comparto dei Parchi Permanenti Italiani raggruppa oltre 230 realtà in Italia tra parchi a tema (come Leolandia e Mirabilandia), parchi faunistici (come l’Acquario di Genova e Zoom Torino), parchi acquatici (come Aquafan Riccione e Caribe Bay) e parchi avventura per un totale di 25.000 posti di lavoro (10.000 fissi e 15.000 stagionali) e ricavi totali per 400 milioni di euro nel 2019, cifre che salgono rispettivamente a 100.000 occupati e 2 miliardi di euro di ricavi considerando l’indotto, composto da hotel, ristorazione, merchandising, manutenzione e simili.

Nel 2019 i parchi della Penisola hanno totalizzato oltre 20 milioni di visitatori provenienti dall’Italia, a cui si sommano 1,5 milioni di stranieri, per un totale di 1,1 milioni di pernottamenti in hotel, segno che il comparto sta assumendo un ruolo sempre più rilevante nella composizione dell’offerta turistica del nostro Paese. Il desiderio di normalità è testimoniato dalle prenotazioni, raddoppiate rispetto allo scorso anno. Nel complesso, è prevista una media di 50 mila presenze ogni giorno nei 230 parchi permanenti italiani. Nel 2019 sono stati un milione e 200 mila gli ingressi al parco di Capriate, 40 milioni di euro il fatturato. Nel 2020, con soli tre mesi e mezzo di apertura su otto, il fatturato è stato di 10 milioni, con altrettanti di perdita effettiva (200 milioni a livello nazionale). Cresce anche il numero di richieste di informazioni in arrivo dall’estero: nel 2019 i visitatori stranieri sono stati 1,5 milioni. Un dato che fa ben sperare in merito ad un possibile ritorno degli ospiti stranieri nei parchi, che nel 2019 sono stati 1,5 milioni.



“Un nodo importante da sciogliere -osserva Giuseppe Ira, presidente dell’associazione Parchi Permanenti Italiani e di Leolandia – è quello dei ristori: le imprese turistiche possono accedere a finanziamenti a tasso agevolato e a lunga scadenza che per noi sarebbero di vitale importanza. Il Ministro Garavaglia, che ringrazio per la disponibilità, ha annunciato che sta studiando l’emissione di mini-bond, e ha riconosciuto la legittimità della nostra richiesta di passare sotto la competenza del Turismo, garantendo che si attiverà per valutare i necessari interventi sul piano tecnico normativo”. L’anno scorso, il 20% dei parchi ha rinunciato completamente all’apertura, 5 aziende italiane sono passate sotto il controllo di fondi di investimento stranieri e si sono persi 10.000 posti di lavoro stagionali. Fino al 2019 il settore generava un giro d’affari superiore ai 400 milioni di euro, quota che saliva a 2 miliardi di euro aggiungendo l’indotto composto da hotel, ristorazione, merchandising, manutenzioni e altri servizi collaterali. I numeri espressi dal settore nel 2019 mostrano come quella dei parchi divertimento sia un’industria che esprime numeri molto interessanti e offre un prodotto che è amato da milioni di ospiti, nell’ambito della filiera turistica, alla quale purtroppo ancora non appartiene formalmente.

Il settore si è rivelato in crescita, con risultati di grande rilievo: il numero dei visitatori ha raggiunto i 19,5 milioni con un +10,7 per cento rispetto ai numeri del 2018. Anche il volume d’affari ha registrato un incremento percentuale di + 2,99 punti rispetto alla stagione precedente, superando i 391,5 milioni di euro. Interessante anche l’andamento registrato nei 12 mesi che confermano come i ricavi di parchi a tema, parchi acquatici e zoo siano fortemente stagionali, nonostante i mesi di apertura. Luglio e agosto 2019 hanno fatto ottenere in media il 51 per cento del fatturato annuale. Le rilevazioni riferite al Nord Est, con i grandi e numerosi parchi del Veneto e dell’Emilia Romagna, hanno registrato 7,839 milioni di ingressi che hanno generato un volume d’affari di oltre 236 milioni di euro, e un incremento di oltre 2 punti percentuali rispetto al 2018. Il Nord Ovest, con Lombardia, Liguria e Piemonte, ha registrato 4,7 milioni di presenze e un volume d’affari di oltre 73 milioni di euro, con un bel + 5 per cento di aumento del fatturato in confronto agli esiti del 2018.

L’area del Centro, con Lazio Marche, Toscana e Umbria, ha richiamato 3,77 milioni di ospiti, e un volume d’affari di 43,6 milioni di euro, confermando i dati 2018. Infine il Sud e le Isole maggiori, con oltre 88.000 ingressi e oltre 19 milioni di fatturato, I numeri del 2019 confermato il gradimento degli ospiti italiani e stranieri per questa popolare forma di spettacolo e divertimento. I parchi tematici, acquatici , gli zoo e gli acquari offrono momenti di grande divertimento e impiego del tempo libero. I dati sui prezzi praticati dai parchi nel 2019 offrono una lettura interessante, se messa in relazione con il volume d’affari. Due anni fa il costo medio del biglietto per accedere ai parchi divertimento è diminuito del 7,88 per cento, mentre il fatturato è salito di circa il 3 per cento rispetto al 2018. Certamente c’è anche da considerare anche l’incremento del 10 per cento di visitatori, tuttavia si registra una accresciuta capacità di saper offrire al pubblico opportunità di spesa anche dopo che è stato superato il tornello: Si favorisce l’acquisto di cibi, bevande e merchandise in un contesto che evidentemente offre “esperienze”, più che prodotti, di valore. con una crescita del 3,5 per cento dei risultati 2018. Ma, ora è tempo di guardare avanti. Per la ripartenza in sicurezza del settore, il Governo ha emanato le linee guida per la prevenzione del Covid-19. Chi vuole recarsi nei parchi divertimento deve, innanzitutto, prenotare il biglietto con congruo anticipo e consultare le regole del parco su modalità di pagamento, contingentamento degli ingressi e informazioni di base. L’ingresso è vietato in caso di rilevazione della temperatura corporea uguale o superiore a 37.5° e a chi non indossa correttamente i presidi di protezione individuale; la mascherina, però, non è obbligatoria nei parchi acquatici. All’interno del parco devono essere garantiti alti standard di igiene e sanificazione, dispenser con gel disinfettante, porte e finestre aperte e disinfezione di tutto ciò che viene
utilizzato dal pubblico (sdraio, armadietti per il guardaroba, audioguide e così via). Inoltre bisogna disinfettare le mani prima di indossare i dispositivi di sicurezza delle giostre, cinture, caschi e altre imbragature. L’accesso ai parchi divertimento sarà consentito soltanto su prenotazione e tramite pagamento online, ciò per evitare gli assembramenti di persone alle casse e contingentare gli ingressi.

A cura di Matteo Palumbo



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