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Un milione di firme entro luglio 2021 per la carbon tax europea, un obiettivo che obbligherà la Commissione Ue a dare seguito alla proposta di Stop Global Warming, iniziativa lanciata da ben ventisette premi Nobel e poi trasformata in campagna di sensibilizzazione per opera dell’attivista ed ex europarlamentare Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni e fondatore del movimento di cittadini europei sullo sviluppo sostenibile Eumans.



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La Carbon Tax è, in parole semplici, una tassa sulle emissioni di anidride carbonica finalizzata a fermare il riscaldamento globale, costruendo al tempo stesso – attraverso per l’appunto gli introiti derivati dalla riscossione dell’imposta – un “tesoretto” utile a detassare il lavoro e finanziare la tanto annunciata conversione green. “La nostra proposta è semplice” illustrava nel 2018 lo stesso Marco Cappato al Fatto Quotidiano: “fissare a 40 euro il costo di ogni tonnellata di Co2 emessa dai combustibili fossili”. Per poi, nel giro di dieci anni, “aumentare il prezzo a 100 euro, in modo da dare il tempo agli operatori economici di fare investimenti adeguati sulle rinnovabili. A pieno regime si parla di oltre 100 miliardi di ricavi annui per l’Unione europea, a cui vanno aggiunti altri 20-30 miliardi derivanti da un’ulteriore tariffa sulle importazioni extra-continentali del carbone (per evitare che le aziende spostino le produzioni all’estero)”.

Tre anni più tardi, dopo lo scoppio della pandemia da Covid-19, l’attivista radicale è ancor più convinto della sua battaglia per la carbon tax. Come dichiara a FSNews: “Abbiamo semplicemente pensato di tradurre la dichiarazione di alcuni economisti premi Nobel in una proposta politica. A maggior ragione in un momento come questo, con la pandemia che distrugge posti di lavoro e le emissioni che devastano il pianeta”. Secondo Cappato, “abbandonare i combustibili fossili deve essere conveniente dal punto di vista economico. Fare i moralisti dell’ecologia non serve. Non possiamo illuderci di poterci salvare solo attraverso comportamenti individuali virtuosi, come fare la raccolta differenziata, mangiare meno carne e spostarsi in bicicletta. Se non si trasforma profondamente l’intero sistema economico, gli sforzi personali non basteranno. I cambiamenti culturali, da soli, sono troppo lenti”.

Alla luce di quanto avvenuto con la pandemia, dunque, ad avviso di Marco Cappato, è necessario riconsiderare il rapporto tra esseri umani ed ecosistema. Insistendo a non intervenire sulle emissioni di CO2 e sull’inquinamento, “le conseguenze in termini di salute e vite umane saranno molto più gravi e durature di quanto è accaduto con il Covid-19”. Raggiunto il margine di un milione di firme sulla carbon tax, commenta l’ex europarlamentare: «Ho fiducia che a quel punto potranno accoglierla e studiare una legge europea. Il problema è che non resta più molto tempo, non solo per le firme, ma per mantenere una condizione di vita decente sulla Terra».



Tra le adesioni, quelle di diverse decine di sindaci italiani, fra cui Virginia Raggi (Roma), Beppe Sala (Milano), Dario Nardella (Firenze), Luigi De Magistris (Napoli), Giorgio Gori (Bergamo), Leoluca Orlando (Palermo), Antonio DeCaro (Bari), Federico Pizzarotti (Parma), Matteo Ricci (Pesaro) e tanti altri. Senza contare i primi cittadini di varie città europee, fra cui Dublino, Francoforte, Eindhoven, Dortmund e Monaco. A questi si sono aggiunti tre ex commissari europei (Emma Bonino, Violetta Bulc, Vytenis Povilas), il presidente dell’Assemblea Onu all’epoca degli Accordi di Parigi Mogens Lykketoft, l’Alto Commissario ONU per i Diritti Umani dal 2008 al 2014 Navanethem Pillay, il comitato di EarthDay e moltissimi esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo.

A cura di Marco Zonetti



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