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Mai come in questo momento che vede riaffacciarsi i fantasmi di bui periodi della Storia con nuove pandemie che hanno messo in ginocchio l’economia globale, la parola “Rinascimento” evoca un senso di rinascita e di ricostruzione di un mondo migliore. Vista l’emergenza ambientale sempre più pressante, dalla quale nascono proprio i fantasmi di cui sopra, tale Rinascimento non potrà che essere “green”.



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Rinascimento Green, iniziativa indipendente nata a fine 2019 “dal basso” e divenuta in breve tempo una realtà imprescindibile, si prefigge lo scopo di rendere finalmente l’Italia un modello di sostenibilità, coinvolgendo la società civile per dare vita a un “green new deal”. Ovvero un piano economico-sociale che, partendo dalla stretta correlazione fra ambiente, salute ed economia, combatta le diseguaglianze della società mettendo al tempo stesso fine alla crisi climatica. Portavoce di Rinascimento Green è l’ingegnere meccanico Annalisa Corrado, che da anni si occupa di ambiente ai più alti livelli per realtà come AzzeroCo2, Kyoto Club e Green Italia. Oltre a essere ideatrice del progetto Green Heroes con Alessandro Gassmann e autrice dell’apprezzatissimo libro “Le ragazze salveranno il mondo” (People), nel quale racconta un secolo di lotta a difesa dell’ambiente portata avanti da un gruppo di donne straordinarie, da Greta Thunberg a Rachel Carson, da Jane Fonda ad Alexandra Ocasio-Cortez, passando per la premio Nobel Wangari Maathai e così via. Ad Annalisa abbiamo posto alcune domande sulla situazione italiana in relazione alle politiche ambientali, anche a livello di misure istituzionali.



“Per la prima volta il G20 ha riconosciuto l’interconnessione tra clima, ambiente, energia e povertà: non era un passaggio scontato, finora erano considerati settori separati”. Queste le parole del Ministro della Transizione Ecologica Cingolani durante i lavori del G20 a Napoli. C’è finalmente speranza che i grandi della Terra abbiano compreso la cruciale importanza delle politiche green?
A parole, è palese che non si possa più far finta di non vedere la realtà dei fatti e la situazione preoccupante dal punto di vista ecologico e ambientale. Quando invece si tratta di concretizzare, siamo invece ancora terribilmente indietro. Tanto per fare un esempio del divario tra parole e fatti, nel momento in cui si chiede che entro il 2035 si chiuda definitivamente la vendita delle auto a combustione, ecco che si scatena l’immediata levata di scudi e la strenua difesa dello status quo.

Secondo lei la Politica stenta ad abbracciare la “svolta green” per paura di scelte impopolari e per timore di perdere il consenso?
Non solo. Se a livello territoriale si teme di scontentare l’elettorato e di perdere voti, a livello più generale ci si continua a genuflettere ai poteri forti e ai colossi industriali. Ed è un fenomeno del tutto trasversale: si sono succeduti esecutivi di destra e di sinistra, ma le politiche ambientali sono rimaste immutate. Per fare un esempio: da anni gli ambientalisti mettevano in guardia sul destino segnato della plastica monouso, eppure i governi hanno sempre fatto orecchie da mercante. L’Italia ha anche un altro problema atavico: quello di non sfruttare intelligentemente le tante eccellenze che operano nel nostro Paese. Per restare in argomento, basti pensare a Catia Bastioli con la sua Novamont, una delle società più all’avanguardia nel settore delle bioplastiche. Da un lato, dunque, si è impreparati o non preparati a sufficienza, dall’altro si tende a non profittare di chi le competenze le ha acquisite ai massimi livelli.

Cosa ne pensa in tal senso del Superbonus 110%? Lo reputo una grandissima opportunità, nonché uno strumento coraggioso e visionario. Anziché aumentare il consumo di suolo pubblico, l’idea di riqualificare gli edifici residenziali già esistenti, che sono spesso dei colabrodi, alimentati da sistemi vetusti che, come minimo, peggiorano esponenzialmente la qualità dell’aria, è lodevole. E tuttavia nutro qualche riserva. In primis per quanto riguarda la sua durata effimera, che potrebbe aprire spazio a speculazioni e a investimenti al ribasso. Lo scopo principale del Superbonus non dovrebbe essere quello di puntare alla riqualificazione tout court bensì di mirare a una riqualificazione che passi per la massima incentivazione delle tecnologie migliori sotto ogni punto di vista. Anche il salto di due sole classi energetiche è troppo esiguo, ed è un sistema complicatissimo che non insiste a dovere sull’approvvigionamento dei materiali, aprendo di conseguenza la strada a distorsioni pericolose. Uno strumento non perfetto così com’è, dunque, ma senz’altro perfettibile.

FOCUS, COS’E’ IL RINASCIMENTO GREEN. Rinascimento Green è un’iniziativa indipendente, o “dal basso”, nata nel 2019 con lo scopo di promuovere in Italia un nuovo Green New Deal, ovvero un nuovo progetto che coinvolga vari settori della società civile per una rinascita in chiave ecologista. Rinascimento Green parte dal presupposto che le sfide ambientali, economiche e quelle che riguardano la salute dei cittadini siano più che mai interconnesse, e che sia necessario occuparsi dell’una guardando anche alle altre. Un’opportunità per “cambiare rotta” e costruire un futuro modello di società – specie dopo la pandemia – creando nuovi posti di lavoro e affrontando al tempo stesso la crisi climatica. Rinascimento Green si propone dunque di realizzare infrastrutture digitali, bonificare le zone avvelenate del Paese, costruire una rete elettrica urbana ed extraurbana, proprio attraverso un green deal che permetta di affrontare l’emergenza ambientale attraverso un’economia sostenibile in un sistema completamente rinnovato e inclusivo. Baluardi dell’iniziativa sono:
1) il cambiamento del paradigma economico, atto a ridurre i consumi per evitare di sfruttare molte più delle risorse che abbiamo a disposizione;2) l’abbandono del solo parametro del PIL per misurare la salute del Paese, introducendo anche altri parametri che valutino la qualità della vita (salute, gender gap, occupazione, equità sociale, istruzione, accesso ai servizi, benessere), i progressi nella lotta alla crisi climatica e la diversità ecologica; 3) la creazione di una società più equa attraverso una ripartenza inclusiva che sia in grado di ridurre le diseguaglianze, favorendo la partecipazione attiva dei cittadini, la trasparenza e la responsabilità condivisa. In questa direzione si sono mosse le due partecipatissime assemblee pubbliche, in Emilia-Romagna e Calabria, denominate AssembraMenti che, nell’aprile 2021, hanno portato rispettivamente alla designazione di quindici e dodici idee per la transizione ecologica da presentare alle due amministrazioni regionali. Portavoce di Rinascimento Green è l’ingegnere meccanico Annalisa Corrado, e una delle menti dell’iniziativa è Mattia Santori, leader delle Sardine.

A cura di Marco Zonetti



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