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È partita dal Canada la singolare protesta dei camionisti che ora si sta sposando in Europa. Gli autotrasportatori stanno chiedendo la fine delle restrizioni Covid, maggiore attenzione sui rincari del carburante e, in Italia, anche sulla mancanza di personale che impone turni estenuanti entro i limiti della soglia oraria ai lavoratori in servizio. In Italia il movimento spontaneo dei camionisti ha intercettato un certo malcontento che serpeggiava da tempo. Ricordiamo che il trasporto su gomma è ancora la principale fonte di approvvigionamento delle industrie e della Grande Distribuzione Organizzata dell’agroalimentare.

Da cosa nasce la protesta dei camionisti anche in Italia?

La protesta dei camionisti nasce dal Canada. Nelle scorse settimane, alcune delle più grandi città canadesi sono rimaste totalmente paralizzate a causa del presidio dei mezzi pesanti. La protesta dei camionisti canadesi di Ottawa, nota come “Freedom Convoy” si è allargata a macchia d’olio anche attraverso la grande attenzione ricevuta dai media. Se le prime manifestazioni sono nate nel cuore del Canada, la protesta si è allargata, raggiungendo gli Stati Uniti e arrivando fino in Europa. In Francia ad esempio la tangenziale di Parigi è stata invasa e bloccata dai manifestanti di questo “convoglio della libertà”. Questa settimana anche in Italia è arrivata la protesta dei camionisti.

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Cosa chiedono gli autotrasportatori con la protesta?

La protesta in Canada è nata quando il Governo ha obbligato questa categoria a vaccinarsi contro il Covid-19. Ma tale situazione è stata un pretesto per accendere i riflettori su problematiche di cui i camionisti soffrono da tempo. Dopo alcune settimane il movimento è diventato una protesta collettiva contro tutte le limitazioni sanitarie, in un momento storico in cui il Covid sembra arretrare. In Europa però la situazione sembra essere più grave anche per altri motivi. Sui camionisti si è abbattuta la mannaia dei costi del carburante, schizzati alle stelle. In ultimo si registra una grave carenza di personale alla guida dei mezzi pesanti, situazione che penalizza sia le aziende che gli stessi lavoratori in servizio.

La protesta in Europa, verso la fine?

La protesta in Europa è arrivata con qualche settimana di ritardo. La stessa è stata assorbita dai presidi perenni dei no-vax e dei no-green pass. Ma a breve potrebbe già essere riassorbita. Infatti ci sono due date che potrebbero segnare uno spartiacque. Quelle del 14 e del 22 febbraio quando a Bruxelles si discuterà la fine delle restrizioni, dell’utilizzo del green pass e dell’obbligo vaccinale. Ma nonostante questo la protesta dei camionisti serve comunque ad accendere i riflettori su problematiche ataviche di cui la categoria soffre da anni, da ancora prima del Covid.

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