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Quanto è percorribile l’obiettivo dell’indipendenza energetica? Già lo scorso anno si discuteva, in Italia e in Europa, di un probabile aumento del prezzo dell’energia, dovuto sia agli squilibri causati dalla pandemia, sia alla minore autosufficienza energetica degli stati dell’Unione Europea. In tale contesto, il drammatico conflitto in corso in Ucraina e le sue drammatiche conseguenze umanitarie, ha notevolmente accelerato questa necessità.

Le materie prime il nodo cruciale dell’indipendenza energetica

I paesi europei, compresa l’Italia, hanno risposto all’invasione russa con una serie di sanzioni ritenute necessarie per pervenire ad una rapida soluzione della guerra. Così, purtroppo, ancora non è stato. Tuttavia la Russia, per l’Italia e per gli altri membri della UE, è il principale fornitore di gas (45% delle importazioni) oltre che di carbone (45%) e di petrolio (25%). Seguendo la linea delle sanzioni, si rende sempre più impellente la necessità di limitare o, addirittura, bloccarne l’importazione.

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Quanto sono dipendenti i paesi europei?

“Vogliamo la pace o il condizionatore?”. Semplificando il concetto, il nostro Primo Ministro, ha voluto richiamare la nostra attenzione sui sacrifici che potrebbero diventare necessari. L’Italia è tra i primi paesi, tra quelli dell’Unione Europea, per consumi e importazioni di energia, molto distante dal raggiungimento di un’indipendenza energetica. Tema, questo, ora più che mai, al centro del dibattito politico nazionale. La guerra in corso ha reso, quindi, ancora più urgenti misure che mirino a una maggiore indipendenza energetica, rendendo evidente, anche, la necessità di una maggiore diversificazione dei fornitori. Tale obiettivo è da raggiungere attraverso una spinta decisa verso la transizione ecologica e fonti di energia pulita. I paesi europei con i livelli di consumo più alti, naturalmente, sono quelli più industrializzati e con una popolazione maggiore: Germania, Francia e Italia. Il 48% dei consumi energetici di tutta l’Unione Europea riguarda questi Paesi.

La speranza nelle rinnovabili

L’obiettivo dell’indipendenza energetica passa da un maggiore ricorso alle fonti di energia rinnovabile che, in questo momento, purtroppo, sono una minima parte dell’energia consumata. L’Italia non fa eccezione, solo una minima parte dell’energia necessaria deriva da queste fonti che, pur essendo aumentata, non è ancora sufficiente al fabbisogno. Nel corso degli anni, il nostro Paese, è diventato sempre più dipendente dalle importazioni, soprattutto quelle di gas.

Cosa dice l’ISPRA sull’indipendenza energetica dell’Italia?

L’Ispra, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che dipende direttamente dal Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, ha valutato la dipendenza energetica dell’Italia dalle importazioni da altri paesi, rispetto alle disponibilità e necessità interne, pari al 78% e che, quasi, tutta l’energia non rinnovabile proviene dall’estero. La riconversione energetica verso fonti pulite e rinnovabili, prevista dal PNRR, è assolutamente necessaria e urgente. E’ tempo di azioni concrete e non di banali parole politico/elettorali, né di steccati o muri o barriere di qualsiasi genere che ritardino o impediscano la realizzazione di questi obiettivi importantissimi per noi e per il pianeta che ci ospita.

A cura di Antonio Caivano

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