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L’inflazione galoppa in tutta Europa. Sono gli effetti del conflitto in corso che portano ad una seria riflessione sulle ricadute indirette delle sanzioni. L’Ocse lancia un campanello d’allarme soprattutto sui prezzi dei beni alimentari che sono quelli che hanno subito l’impennata più repentina negli ultimi giorni. Il blocco del grano sulle coste dell’Ucraina potrà creare ulteriori effetti devasanti soprattutto se si pensa ai paesi che ne dipendono maggiormente.

I beni che stanno causando l’inflazione in Europa

Ma cosa sta causando l’inflazione in Europa? Oltre ai prezzi alimentari sono in risalita anche i prezzi dei servizi. Questi hanno avuto un aumento medio del 4,4% in tutti i paesi europei, con ricadute sulla domanda che saranno ben visibili soltanto nei prossimi mesi. La crescita parziali dei prezzi alimentari e dei servizi risulta parzialmente compensata da un rallentamento temporaneo degli aumenti dei prezzi dell’energia. Ma in alcuni paesi, come l’Italia, torna a far paura l’aumento del costo del carburante che rischia di paralizzare interi settori economici. Tra i beni che stanno aumentando maggiormente vi sono i cereali, il mais, il fertilizzante e il gas naturale.

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Prosegue il rialzo della stima del PIL

Nonostante l’inflazione il Mef ha pubblicato una stima positiva per l’Italia. La revisione al rialzo della stima Istat di crescita del PIL nel primo trimestre porta al 2,6% la crescita acquisita per il 2022, ovvero quella che si realizzerebbe se il PIL restasse invariato da qui a fine anno. Per il secondo trimestre si stima un significativo aumento del PIL sul primo trimestre che metterebbe il percorso di crescita annua in linea con la previsione del DEF o quantomeno prossimo ad essa. Per i trimestri successivi sarà fondamentale dare piena attuazione alle misure predisposte con i recenti decreti e proseguire nel percorso di realizzazione delle riforme e degli investimenti previsti dal PNRR.

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