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Il testo del correttivo del D.Lgs. 36/2021 allarga la platea dei soggetti considerati lavoratori sportivi includendo anche i tesserati e i volontari sportivi, che dunque si aggiungono a quelli elencati nell’articolo 25 del precedente decreto. I volontari sportivi, definiti dall’articolo 29 del D.Lgs. 36/2021 come amatori che mettono a disposizione il proprio tempo e le proprie capacità per promuovere lo sport, in modo personale, spontaneo e gratuito, senza fini di lucro.

Lavoratori sportivi, tutte le agevolazioni

Per questa categoria possono essere rimborsate solo le spese di vitto, alloggio e trasporto sostenute per la partecipazione ad attività al di fuori del Comune di residenza. Il testo stabilisce anche che il lavoro sportivo dilettantistico si presume venga svolto nella forma di lavoro autonomo o come collaborazione coordinata e continuativa, a differenza di quello professionale che si considera subordinato.

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I requisiti per avere le agevolazioni

Necessario però rispettare i seguenti requisiti nei confronti del medesimo committente. La durata delle prestazioni lavorative non può superare le diciotto ore settimanali, a cui si aggiunge il tempo impiegato nella partecipazione a manifestazioni sportive. Le mansioni stabilite dal contratto devono essere coordinate sotto il profilo tecnico-sportivo, nel rispetto dei regolamenti delle Federazioni Sportive Nazionali, delle Discipline Sportive Associate e degli Enti di Promozione Sportiva. Le società sportive professionistiche possono assumere giovani a partire dall’età di 15 anni (e fino a 23 anni) con contratti di apprendistato professionalizzante.

Un registro delle attività sportive dilettantistiche

Lo schema di decreto legislativo introduce anche un Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche che permette di digitalizzare gli adempimenti connessi alla costituzione dei rapporti di lavoro sportivo. Tra le novità più attese quelle relative alle agevolazioni fiscali e contributive. Nel 2019 oltre l’81% degli operatori del settore ha certificato redditi annui inferiori a 5.000 euro: per questi lavoratori è prevista l’esenzione fiscale e contributiva.

Le fasce di reddito dei lavoratori sportivi

Oltre i 5.000 euro e fino a 15.000 euro sarà invece obbligatoria la copertura previdenziale e assicurativa, ma non sono previste tasse. La fascia di reddito non imponibile viene infatti alzata da da 10.000 a 15.000 euro annui. Le ritenute fiscali scatteranno dunque solo oltre questa soglia. Inoltre, nel caso di collaborazione coordinata e continuativa con redditi superiori ai 5.000 euro, i contributi previdenziali saranno per due terzi a carico della società sportiva e per un terzo a carico del lavoratore sportivo. Infine, nei primi cinque anni di lavoro sportivo autonomo, i contributi previdenziali sono calcolati sul 50% del compenso.

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