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Nello scenario della crisi energetica è emersa una nuova figura quella del “prosumer”, termine che nasce dall’unione di “consumer” e “producer” e indica dunque un produttore e consumatore di energia, una figura che assume un ruolo attivo in tutte le fasi della produzione, della distribuzione e del consumo dell’energia generata da fonti rinnovabili.

Da consumer a prosumer, il report AEA

Di fronte a uno scenario così incerto, l’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) ha voluto presentare un nuovo report nel quale è analizzato il ruolo dei prosumer, offrendone una panoramica ed evidenziandone l’importante ruolo che possono svolgere per risollevare l’attuale situazione critica e per contribuire alla transizione energetica. Tutti i cittadini hanno l’opportunità di diventare prosumer, ovvero produttori e consumatori attivi di energia pulita, contribuendo così alla transizione energetica.

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Le tipologie di prosumer

All’interno del rapporto fornito dall’AEA vengono presentate le più comuni tipologie di prosumer: singole famiglie ossia un nucleo familiare che decide di installare sul proprio tetto moduli solari con il quale produrre energia per sé e inviare le eccedenze alla rete pubblica. Un’altra tipologia è quella dei prosumer collettivi all’interno di un edificio, per esempio un condominio che decide di installare pannelli solari sul tetto dello stabile, permettendo così a tutti gli inquilini di formare una rete di autoconsumo energetico interna; piccole e medie imprese e istituzioni pubbliche, un’azienda, una scuola o un ufficio governativo che decidono di installare un impianto fotovoltaico sul tetto dei loro edifici. Comunità Energetiche, si tratta di associazioni costituite da enti pubblici locali, aziende, attività commerciali o cittadini privati che decidono di dotarsi di infrastrutture per la produzione di energia proveniente da fonti rinnovabili e l’autoconsumo, tramite un modello di condivisione.

La necessità di ridurre emissioni di CO2

Il passaggio da semplici consumatori a prosumer porta con sé numerosi vantaggi, che possono essere ricondotti in tre grandi aree: ambientali, sociali e finanziari. Quando parliamo di benefici ambientali intendiamo la possibilità dei prosumer di contribuire a un aumento dell’uso di fonti di energia rinnovabile, collaborando così a ridurre la necessità di energia prodotta da combustibili fossili, alla riduzione di emissioni di CO2 e a contrastare l’inquinamento atmosferico.

Aumentare il senso di comunità

Nell’ambito sociale, la possibilità di aumentare notevolmente il senso di comunità, sia che si tratti di una comunità energetica che di un’unione tra inquilini di uno stesso stabile che decidono di produrre energia pulita collettiva. Infine, in una prospettiva di benefici finanziari, diventare prosumer garantisce una riduzione dei costi e una notevole opportunità di guadagno, grazie alla possibilità di vendita dell’energia prodotta in eccesso. Da una indagine condotta dall’AEA emerge che l’Italia, preceduta solo dalla Germania, è il secondo paese dell’UE con più capacità installata legata ai prosumer.

A cura di Valentina Apicella

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