Advertisement

E’ aumentata l’occupazione dei lavoratori over 55, che in dieci anni sono cresciuti di un milione e 770mila unità. Così l’ultimo report del mese di aprile pubblicato dalle maggiori agenzie economico – lavoristiche e demoscopiche. La notizia è di quelle che fanno rumore. Sono aumentati i lavoratori cosiddetti anziani.

L’identikit dei lavoratori over 55

Ma chi sono i lavoratori over 55? Per il lavoro si può essere anziani anche a 40 anni e comunque si è anziani quando si va in pensione, a condizione che siano stati versati anche i dovuti contributi. Non è proprio facile individuare chi siano gli anziani per il diritto. A che età lo si diventa? L’ISTAT definisce “popolazione anziana” la popolazione al di sopra dei 65 anni, contrapponendola alla “popolazione attiva”, di età compresa tra i 15 e 64. Il Censis, invece, fissa i paletti della Terza Età: ultra60enni, ultra65enni, ultra90enni, centenari. Per il diritto non esiste una nozione generale di anzianità, esiste la vecchiaia come evento protetto nell’ambito della previdenza pensionistica; ma i destinatari della tutela sono differenziati in base a criteri eterogenei.

Advertisement

Il concetto di “età pensionabile”

E lo stesso concetto di età pensionabile non è univoco, è un limite temporale che si coniuga diversamente in ragione di categorie, contenuti ed importanza del raggiungimento della pensione. In questi ultimi decenni nulla è stato più incerto del criterio dell’età pensionabile, revisionato più volte attraverso “finestre, scalini, scaloni, quote”, in virtù dei ben noti problemi di sostenibilità finanziaria e di equilibrio dei conti pubblici, oltre che dei capricci dei partiti politici. Perciò l’allungamento dell’età pensionabile è stato sì conseguenza dell’invecchiamento crescente della popolazione ma anche la più frequente risposta di politica sociale messa in atto, dal 1992 in poi, dai diversi governi, per affrontare – e senza mai risolvere – il problema della spesa pensionistica.

La volontà di continuare a lavorare

Nel secolo scorso, dopo i cinquant’anni, per quasi tutti giungeva l’ora del pensionamento. Oggi, nello stesso momento della carriera, i lavoratori hanno dinanzi ad essi un’altra decade di periodo contributivo, per cui le imprese devono confrontarsi necessariamente con lavoratori più maturi che o “hanno bisogno” di lavorare ancora, o “vogliono” continuare a lavorare, in conseguenza della “prospettiva di vita più lunga”. La collocazione dei lavoratori over 55 nel mercato del lavoro incontra davvero numerosi ostacoli, che ne limitano le opportunità occupazionali. La previsione, tra i criteri per le assunzioni, di limiti massimi di età; la previsione di specifici requisiti per lo svolgimento di determinate attività che “per virtù d’anagrafe” quasi mai appartengono a persone di età avanzata – ad esempio la richiesta di conoscenza di tecnologie informatiche; e, ancora, la loro collocazione in tipologie contrattuali discontinue. […]

Continua a leggere a pag. 26 del magazine

Advertisement