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L’Istat ritocca al ribasso le stime preliminari dell’inflazione in Italia nel mese di ottobre. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) ha registrato un aumento del 3,4% su base mensile e dell’11,8% su base annua (da +8,9% del mese precedente). La stima preliminare era +11,9% su base annua e +3,5% su base mensile. L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +8,0% per l’indice generale e a +3,7% per la componente di fondo.

Nuovo record per l’inflazione in Italia

“È necessario risalire a marzo 1984 (quando fu +11,9%) per una variazione tendenziale dell’indice generale NIC superiore a +11,8%”. Questo il commento dell’Istat sui dati definitivi dell’inflazione di ottobre”. La forte accelerazione dell’inflazione su base tendenziale si deve soprattutto ai prezzi dei beni energetici (la cui crescita passa da +44,5% di settembre a +71,1%) sia regolamentati (da +47,7% a +51,6%) sia non regolamentati (da +41,2% a +79,4%), e in misura minore ai prezzi dei beni alimentari (da +11,4% a +13,1%), sia lavorati (da +11,4% a +13,3%) sia non lavorati (da +11,0% a +12,9%), e degli altri beni (da +4,0% a +4,6%).

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Rallentano i prezzi dei servizi

Rallentano invece i prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,7% di settembre a +5,2%). Su base annua accelerano i prezzi dei beni (da +12,5% a +17,6%), mentre rallentano di poco quelli dei servizi (da +3,9% a +3,8%). Si amplia in misura marcata, quindi, il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -8,6 di settembre a -13,8 punti percentuali). L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente ai prezzi dei beni energetici non regolamentati (+28,3%), ai Beni energetici regolamentati (+20,0%) e in misura minore a quelli degli alimentari non lavorati (+2,4%), degli alimentari lavorati (+1,6%), dei beni non durevoli (+0,7%) e dei beni durevoli (+0,6%); in calo invece, a causa per lo più di fattori stagionali, i prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-0,7%) e dei servizi relativi ai trasporti (-0,8%).

L’Italia e l’inflazione di fondo

L'”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +5,0% a +5,3% e quella al netto dei soli beni energetici da +5,5% a +5,9%. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta del 3,8% su base mensile e del 12,6% su base annua (da +9,4% nel mese precedente); la stima preliminare era +12,8%. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento del 3,3% su base mensile e dell’11,5% su base annua.

FONTE: ANSA

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