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ATI A CONGRESSO – La Puglia sta diventando un fervente laboratorio nel quale si creano network tra Enti e Istituti di Ricerca, per promuovere la sostenibilità e la tutela ambientale e climatica, mettendo in mettendo in pratica le sfide dei nuovi modelli energetici, che hanno come imprescindibile driver il monito dei padri costituenti. Con questa ferma convinzione, e con la speranza che la certezza di nuove sinergie possibili può infondere nell’animo aperto al confronto, gli esperti di ATI, Associazione Termotecnica Italiana, all’indomani del loro 77° Congresso Nazionale, che si è tenuto a Bari, sono tornati a casa arricchiti e ben disposti verso le sfide che il futuro presenterà.

Il Congresso Ati per guardare al futuro in chiave “green”

Guardare al futuro in chiave green da oggi non è più un mero auspicio, quindi, ma diventa concreto indirizzo verso il quale il mondo dell’Ingegneria tutta deve tendere per attuare un modello di efficacia e rigenerazione del quale ora più che mai si avverte l’esigenza. Il tema del Congresso, organizzato da ATI in collaborazione con il Politecnico di Bari, l’Università del Salento, la Regione Puglia e l’ ARTI, Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione, è stato di emblematica attualità: “La Sfida per il Nuovo Modello Energetico Nazionale tra Decarbonizzazione, Comunità Energetiche e Diversificazione delle Fonti di Energia” e ha voluto sottolineare la grande rilevanza sociale e economica del tema dell’energia.

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Un cambio radicale di paradigma

“Nel febbraio 2022 la Camera dei deputati ha approvato in via definitiva il disegno di legge di riforma costituzionale che introduce importanti modifiche agli art. 9 e 41 della Costituzione Italiana.”, sottolineano Riccardo Amirante e Antonio Ficarella, rispettivamente Presidente del Comitato Scientifico del Congresso e Presidente ATI Puglia e Basilicata: “Abbiamo assistito a un cambio radicale di paradigma, passando da un modello antropocentrico a un modello biocentrico, che mette al centro il pianeta e la vita, non più l’uomo. Ci si è allontanati da una visione culturale centrata sull’uomo, per andare verso una prospettiva “biocentrica”: l’essere umano non è più il vertice della creazione ma soltanto una delle tante specie che abitano il pianeta. L’ideologia green, che nulla ha a che spartire con l’ecologia “umana” alla quale eravamo avvezzi, entra così al livello più alto della legislazione italiana e l’ingegneria deve necessariamente tenerne conto.

I temi trattati dal congresso ATI

E, a giudicare dall’entusiasmo e dalla partecipazione dei Colleghi intervenuti al Congresso, siamo certi che lo farà con autentico e sentito slancio.” Svariati sono stati i temi affrontati nelle varie sessioni del 77° Congresso TI: energy storage systems; hydrogen and new fuels; sustainable energy generation systems; turbomachines; hydraulics, pneumatics and drive systems; propulsion systems and sustainable mobility; smart energy systems and smart grid; refrigeration, heat pumps and energy and systems for IAQ; energy efficiency and dynamic simulation in buildings; efficiency in energy use and application processes in the circular economy; innovation in heat transfer issues, ma anche energia e agricoltura, comunità ed efficienza energetica, decarbonizzazione dei grandi impianti industriali, evidenziando un nuovo e più profondo approccio ai temi della ricerca sull’energia, che comprende in maniera significativa le questioni delle ricadute sociali e economiche.

Un periodo totalmente votato alla sostenibilità

Agli esperti di ATI preme sottolineare il contrasto stridente che stiamo vivendo: “Siamo in un periodo storico caratterizzato da una grande attenzione ai temi della sostenibilità, dei cambiamenti climatici, della sicurezza dei sistemi energetici, con una disponibilità di risorse, per attività di ricerca industriale e di sviluppo, che sono del tutto eccezionali. Allo stesso tempo, però, oggi stiamo subendo i drammatici effetti di quella che è ora una crisi climatica senza precedenti. Non ha più senso parlare di cambiamento climatico: accogliamo quindi la proposta di The Guardian e chiamiamo le cose col loro nome. Non siamo in fase di cambiamento, ma di crisi e, se maggiore è l’attenzione che la scienza riserva all’ambiente, inquietanti e incredibili sono i danni a cui stiamo assistendo, giorno dopo giorno.”

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Continua a leggere a pag. 5 del magazine di Progetti & Finanza

A cura di Maria Pia Romano

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