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Si chiude un anno che può essere archiviato tra quelli peggiori rispetto al rilancio dell’economia. Voglio in questo editoriale ripercorrere questi ultimi due anni dopo il ventesimo del nuovo millennio. Il 2022, infatti, in Italia è stato caratterizzato da una crisi economica e finanziaria, con una crescita zero del PIL e un aumento del debito pubblico.

Editoriale: la crisi e l’austerity

La crisi ha portato a misure di austerity da parte del governo per ridurre il deficit e rassicurare i mercati internazionali, ma ha anche causato un aumento del tasso di disoccupazione e una contrazione del mercato del lavoro. La guerra in Ucraina ha avuto ripercussioni negative sull’economia italiana a causa della riduzione degli scambi commerciali e della diminuzione degli investimenti con i paesi vicini, compresa l’Ucraina. Inoltre, la crisi ha contribuito a peggiorare la situazione economica europea e globale, il che ha avuto un impatto negativo sull’economia italiana.

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L’aumento dei prezzi delle materie prime

La crisi ha anche causato un aumento dei prezzi delle materie prime, incluso il petrolio, che ha influito sulle imprese italiane e sui consumatori. Una realtà dilaniata ancora dalle ferite della pandemia. Il COVID-19 ha causato, infatti, una crisi economica globale a causa della chiusura di molte attività commerciali e produttive per frenare la diffusione del virus. Ciò ha comportato una contrazione del PIL. In molte economie, tra cui l’Italia, le misure di lockdown e le restrizioni per frenare la diffusione del virus hanno avuto un impatto significativo sui settori più colpiti, come il turismo, l’ospitalità e il commercio. Per far fronte alla crisi, molti governi, tra cui quello italiano, hanno introdotto pacchetti di aiuti e sostegno per le imprese e i lavoratori colpiti.

Le ricadute della pandemia da Covid 19

Ma non erano rose e fiori neanche prima delle mascherine e dei vaccini. Difatti, prima dell’inizio della pandemia nel 2020, l’Italia stava già affrontando una pesante recessione economica, con una crescita limitata del PIL e un tasso di disoccupazione elevato. La pandemia ha acuito la situazione, causando una contrazione dell’economia a livello globale e una riduzione delle attività commerciali e produttive in Italia. Tutto questo è accaduto in 24 mesi, tra quelli più duri degli ultimi 50 anni. Basta immaginare quanto sia diventato difficile fare un pieno di carburante con i rincari e quanto sia ormai impossibile poter mantenere dei risparmi.

Editoriale: il 2023 anno di cambiamenti

Il 2023 che arriverà sarà un anno di cambiamenti, auspicando a novità positive, ma i chiari di luna che stiamo vivendo ci portano a dover ripensare alle nostre economie nazionali sotto una nuova luce sempre più orientata al risparmio e alla valorizzazione delle risorse. Solo attraverso la diversificazione delle richieste energetiche, basti pensare all’abolizione dei combustibili fossili, è possibile trovare nuova linfa per una nuova economia.

A cura dell’editore
Tommaso Mazziotti

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