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Pubblicati, sul sito del dipartimento delle Finanze, i dati relativi alla distribuzione dell’8×1000 dell’Irpef nel 2023, destinato allo Stato e alle confessioni religiose in base alle scelte effettuate dai contribuenti nella dichiarazione dei redditi relativa all’anno di imposta 2019. Disponibili, fa sapere un comunicato stampa del Mef, anche i risultati provvisori riguardanti gli anni d’imposta 2020 e 2021.

8×1000, i numeri dai contribuenti

Su un totale di 41.525.982 contribuenti, 16.818.511 (40,5%) le scelte valide effettuate per il 2019, 24.488.796 (58,97%) i cittadini che non hanno manifestato preferenze, 218.675 (0,53%) le schede con anomalie. Nel caso di scelte non espresse il riparto è effettuato con la stessa proporzione delle scelte espresse con l’eccezione di alcune confessioni che hanno deciso di rinunciare alla quota loro destinata in base a tale criterio.

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Come funziona per la Chiesa Cattolica

Il Mef, ai fini della corretta lettura dei dati statistici, precisa che per la Chiesa cattolica, a differenza delle altre confessioni, il meccanismo prevede l’erogazione di un acconto e di un conguaglio (riferito al terzo anno precedente). Per quanto riguarda il gettito da ripartire nel 2023, la quota più consistente di consensi è andata alla Chiesa cattolica: 12.064.379 (29,5%) i contribuenti che hanno scelto di destinare lo speciale contributo al suo finanziamento, pari al 71,73% delle schede valide presentate, per più di un miliardo di euro.

8×1000 a scuola e per le calamità

Segue lo Stato, con il 22,63% delle scelte a suo favore per un importo pari a 330.392.545 di euro da utilizzare, sempre secondo le indicazioni dei cittadini, per scopi diretti a far fronte alla fame nel mondo, calamità, all’edilizia scolastica, per l’assistenza ai rifugiati, ai beni culturali e altro.

Fonte: FISCO OGGI

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