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La disoccupazione giovanile rappresenta uno dei problemi più urgenti e complessi che il Sud Italia affronta attualmente. I giovani sono il motore dell’innovazione e dello sviluppo economico, ma le alte percentuali di disoccupazione nella fascia di età compresa tra i 15 e i 29 anni rappresentano una sfida significativa per la regione.

Disoccupazione giovanile nei paesi dell’UE

Nel 2021 nell’Unione europea il tasso di disoccupazione delle persone di età compresa tra i 15 e i 29 anni era infatti 4,2 punti percentuali superiore rispetto alla media della popolazione (15-74 anni). Restano Grecia e Spagna ad avere il podio su questo fenomeno, entrambe con cifre superiori al 20% (rispettivamente 24,3% e 22,4%). L’Italia copre il gradino più basso del podio, ossia il terzo posto, con il 18%, ma è elevato anche il dato svedese (17%), che spicca in questo senso tra i paesi del nord Europa. In 13 stati membri invece la quota si attesta sotto il 10%. Particolarmente bassa in Repubblica Ceca (4,2%), Germania (5%) e Malta (5,9%).

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Disoccupazione giovanile nel sud Italia

La disoccupazione giovanile nel Sud Italia può essere attribuita a diversi fattori interconnessi. Uno dei principali è la mancanza di opportunità di lavoro in settori ad alta intensità di conoscenza e tecnologia, che spesso si concentrano nelle aree del Nord Italia. La carenza di investimenti, la mancanza di infrastrutture e la debolezza del tessuto imprenditoriale limitano la creazione di posti di lavoro per i giovani. Inoltre, le sfide strutturali del sistema educativo e delle politiche formative giocano un ruolo significativo. L’inadeguata corrispondenza tra le competenze acquisite dai giovani e le esigenze del mercato del lavoro limita le opportunità di occupazione.

La fuga dei giovani laureati

La fuga di cervelli, con molti giovani laureati che cercano lavoro altrove, può anche contribuire all’aggravarsi della disoccupazione giovanile. In Italia il tasso di disoccupazione tra le persone con meno di 25 anni è stato costantemente superiore alla media europea negli ultimi 3 anni. Tuttavia lo scarto si è gradualmente ridotto. L’Italia sembra inoltre aver subito maggiormente l’impatto della pandemia, registrando sbalzi più pronunciati, e nel complesso mostra un andamento più irregolare rispetto alla media. Un dato emblematico è un 33% il tasso di disoccupazione degli under 25 a gennaio del 2021 che vede un peggioramento con il ritorno alla normalità post pandemico.

La pandemia ha acuito i problemi

Gennaio 2021 è stato il mese in cui la disoccupazione giovanile in Italia ha toccato il picco. Oltre che quello in cui lo scarto con la media dell’Unione ha raggiunto i livelli più elevati: 14,6 punti percentuali di differenza. Soprattutto nel corso del 2022 e in modo ancora più pronunciato nel 2023 tale differenza si è ridotta sempre di più. Nei mesi di agosto e dicembre del 2022 e a febbraio del 2023 è sceso sotto gli 8 punti percentuali.

Le soluzioni contro la disoccupazione giovanile

Nonostante le sfide, esistono anche opportunità e soluzioni per affrontare la disoccupazione giovanile nel Sud Italia. Sviluppo di Settori ad Alta Intensità di Conoscenza: Promuovere l’innovazione, l’imprenditorialità e l’economia digitale può creare nuove opportunità di lavoro per i giovani. Investimenti mirati nella ricerca e sviluppo, nonché nella formazione professionale, possono favorire la creazione di settori ad alta intensità di conoscenza nel Sud Italia. Potenziamento dell’Infrastruttura e del Tessuto Imprenditoriale: Investimenti nelle infrastrutture, nel trasporto e nella logistica possono migliorare l’attrattività delle regioni meridionali per le imprese. Incentivi e agevolazioni per le nuove imprese, soprattutto nel settore delle tecnologie innovative, possono promuovere la creazione di posti di lavoro per i giovani.

Le politiche attive sul lavoro

L’implementazione di politiche attive del lavoro, come programmi di stage, tirocini e apprendistati, può favorire l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro. Le partnership tra il settore pubblico e privato possono creare programmi di formazione e occupazione mirati alle esigenze specifiche del territorio. Investimenti nell’Istruzione e nella Formazione: Una riforma del sistema educativo e formativo è fondamentale per garantire che le competenze acquisite dai giovani siano in linea con le richieste del mercato del lavoro.

Creare sinergie con le istituzioni educative

È importante creare sinergie tra le istituzioni educative e le imprese per offrire percorsi formativi e stage che sviluppino competenze spendibili. La disoccupazione giovanile nel Sud Italia rappresenta una sfida complessa, ma affrontabile. Attraverso una combinazione di investimenti, politiche mirate e riforme strutturali, è possibile ridurre la disoccupazione giovanile e creare un futuro più promettente per i giovani del Sud Italia. La collaborazione tra il settore pubblico, il settore privato e le istituzioni educative è essenziale per creare un ambiente favorevole alla crescita economica e all’occupazione giovanile.

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