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In Italia, una realtà spesso trascurata ma altrettanto rilevante è rappresentata dalla significativa percentuale di abitazioni non permanentemente occupate. Con uno sconcertante 25% delle residenze vuote per gran parte dell’anno, ciò solleva questioni cruciali legate al diritto alla casa e all’utilizzo sostenibile delle risorse abitative.

Abitazioni abbandonate in montagna

Questo fenomeno è particolarmente evidente nelle regioni montane e nei comuni periferici, lontani dai centri di servizi essenziali. Attraverso un’analisi approfondita, emergono dati sorprendenti che evidenziano una disparità geografica significativa. L’Italia, con il suo ricco patrimonio culturale e la diversità paesaggistica, presenta un’insolita disparità nel panorama abitativo.

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I dati su scala nazionale

Secondo le statistiche più recenti, circa il 25% delle abitazioni nel Paese non è permanentemente occupato. Questo fenomeno è particolarmente diffuso nelle zone montane, dove la presenza di residenze vuote è più elevata rispetto alle aree urbane. Un’analisi dettagliata evidenzia che la provincia di Sondrio è il punto critico di questa disoccupazione abitativa, con una sorprendente percentuale del 56,1% di residenze non permanentemente occupate.

Abitazioni abbandonate, il caso di Sondrio

Questo dato rappresenta una sfida significativa, poiché Sondrio è nota per la sua bellezza naturale e la sua ricchezza culturale, ma la sua popolazione non riesce a mantenere una presenza costante nelle abitazioni. D’altra parte, Prato mostra la percentuale minore, con il 7,8% delle abitazioni non permanentemente occupate. Tuttavia, anche questo dato, sebbene meno preoccupante rispetto ad altre regioni, solleva domande sulle dinamiche socio-economiche che potrebbero contribuire a questa situazione. […]

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