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Effetto yo-yo nel mercato immobiliare. Sale il costo del mattone, scendono le compravendite: in cima alla classifica nazionale la Lombardia e Milano. Il mercato immobiliare italiano, secondo i dati Istat, nel 2020, nonostante la pandemia, ha registrato un balzo dei prezzi medi delle abitazioni dell’1,9%, il più marcato dal 2010. Questo a dispetto di un calo delle compravendite, scese del 7,7% in un anno.



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I prezzi salgono soprattutto al Nord, ma tornano a crescere anche nel Mezzogiorno e nelle Isole mentre sono stabili nelle regioni del Centro. L’ andamento, spiega l’Istituto di statistica, si spiega con il fatto che i valori risentono solo in parte, e comunque in ritardo, della diminuzione della domanda. Contribuiscono a sostenere i prezzi anche condizioni creditizie per i mutui che rimangono estremamente favorevoli e compensano, almeno in parte, le ricadute economiche della pandemia. Milano ha registrato un incremento dei prezzi delle abitazioni addirittura del 12%, quinto anno consecutivo con il segno più. Nel capoluogo lombardo i valori superano così i livello del 2010. Piccola risalita dei prezzi anche a Roma (+ 0,8%) dopo tre anni di flessioni. Medesimo incremento a Torino dove però soffre il comparto delle abitazioni nuove (- 2,2%). I prezzi di vendita degli immobili residenziali sono aumentati del 3,6%, mentre nel secondo si assiste a una flessione dei canoni dello 0,7%.



A guidare, dunque, questa classifica è la Lombardia, dove la richiesta media di chi vende casa nella regione è di 2.225 euro al metro quadro. Alla fine del mese di marzo le cifre richieste per gli affitti, invece, sono di poco superiori ai 14 euro al metro quadro. Il primato, come riportato da Immobiliare.it, è del capoluogo di regione: Milano si conferma anche in questa prima parte dell’anno la città più cara per acquistare un immobile residenziale in Lombardia. Con i 4.782 euro al metro quadro in media richiesti da chi vende casa, la capitale italiana della moda fa registrare un aumento che sfiora il 2% sui prezzi delle abitazioni. E trascina anche la crescita della provincia (+0,8%), dove mediamente vengono richiesti 1.866 euro al metro quadro. Per quanto riguarda il resto della regione, le oscillazioni dei prezzi nel primo trimestre dell’anno sono contenute quasi ovunque con un’unica eccezione. Sondrio è infatti il capoluogo di provincia con le performance meno brillanti: se in città si perde meno di un punto percentuale, in provincia se ne perdono quasi 4.

Sul fronte locazioni, invece, ci sono oscillazioni più rilevanti in alcune città e molte in negativo. Il caso più rilevante è ancora una volta quello di Sondrio: se in città il mercato resta stabile, in provincia si registra una brusca flessione, di quasi 17 punti percentuali, anche se i costi restano più alti: 8 euro al metro quadro contro i 7 necessari in città. Il record dei canoni appartiene invece sempre a Milano, con oltre 18 euro al metro quadro (-2,1% nel trimestre). Superano la soglia dei 10 euro al metro quadro anche i valori di Como (11,80 euro al metro quadro) e di Monza (11 euro al metro quadro).



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