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Wibi e l’idea rivoluzionaria per l’accesso ad internet: la nostra intervista

L’accesso a internet democratico? Una realtà in via di espansione, idea della start up innovativa Wibi che dalla Calabria punta a diffondere internet nelle case di tutti gli italiani a costo zero. Come ci ha raccontato Bruno Reale, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Wibi in questa intervista.

Nonostante gli sviluppi della tecnologia internet non è ancora alla portata di tutti. Da qui nasce la vostra idea?

Esatto, pensiamo che internet sia divenuto un bene di prima necessità. Basta vedere cosa è successo in questi due anni di pandemia e lockdown, nei quali dad e smartworking hanno evidenziato, ulteriormente, la necessità di democratizzare internet.

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Entriamo nel dettaglio: come funziona Wibi?

Wibi è un operatore internet (ISP). Questo significa che offriamo connessioni ad internet di rete fissa. A differenza della concorrenza, però, i clienti “naviganti” non ci corrispondono un pagamento in danaro per usufruire del servizio, bensì ci offrono alcuni minuti del loro tempo, giornalmente, per guardare spot pubblicitari. In concreto, quindi, il costo mensile del servizio non viene pagato dall’utente ma dagli inserzionisti pubblicitari. Per questo motivo non indichiamo mai la parola gratis ma a costo zero.

Quali sono i vostri servizi?

Noi offriamo connessioni ad internet di rete fissa, quella che viene comunemente indicata come fibra. Il progetto prevede di coprire l’intero territorio nazionale, raggiungendo ogni singolo cliente con il mezzo tecnologico migliore presente al suo indirizzo. Chi sono oggi i vostri clienti? Noi abbiamo due tipologie di clienti, quelli che chiamiamo clienti naviganti e clienti pubblicitari. I clienti naviganti sono per la maggior parte privati, spesso famiglie, che hanno necessità di avere una connessione ad internet spendendo il meno possibile. Con noi non spendono un centesimo. L’ISTAT ha calcolato che il 15% in media nazionale, delle famiglie italiane, non possiede una connessione internet a casa perché non se la può permettere. A questi si aggiungono moltissime famiglie, quasi un altro 15%, che dovendo far quadrare i conti, pur potendo pagare preferiscono risparmiare i soldi per altre spese […]


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A cura di Dalila Campanile

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