L’Italia e l’Europa sono a rischio approvvigionamento di materie prime critiche. La soluzione potrebbe essere nel riciclo dei rifiuti elettronici. La fornitura di molte materie prime critiche (Crm – Critical raw materials) quali litio e cobalto, è quasi completamente esterna all’Europa. E’ concentrata soprattutto in Cina, Turchia e Sudafrica. Per interrompere questa dipendenza dall’estero dovrà essere attuata una strategia che preveda che le nuove materie prime provengano dall’interno dell’Unione, le fonti siano diversificate e che si intensifichi la ricerca di alternative sostenibili.
Materie prime critiche, Italia paese a rischio
L’Italia è a rischio approvvigionamento di materie prime critiche, essenziali per lo sviluppo di settori ritenuti strategici per l’economia del Paese. La produzione industriale italiana dipende, infatti, per 564 miliardi di euro (pari a circa un terzo del Pil al 2021) dall’importazione di materie prime critiche extra-Ue, per le quali spendiamo 5,2 miliardi l’anno. Il riciclo dei rifiuti viene comunque considerato fondamentale data la presenza significativa di Crm nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche. Infatti, dentro i piccoli elettrodomestici si possono recuperare alcune delle principali materie prime di difficile reperimento in natura, ma che hanno un ruolo fondamentale in moltissimi settori, dall’aeronautica all’elettronica di consumo, dall’industria automobilistica alle energie rinnovabili come eolico e fotovoltaico.
Un problema diffuso in tutta Europa
Il problema delle materie prime critiche non è solo italiano, ma dell’intera Unione Europea. Nel 2020 sono state prodotte a livello mondiale 55,5 milioni di tonnellate di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, e la previsione di crescita parla di 75 milioni di tonnellate per il 2030. Da questi materiali si possono ricavare materie prime critiche. Diventa, quindi, a maggior ragione strategico migliorare il riciclo dei rifiuti tecnologici. Questo vale soprattutto in Italia se si considera che nel 2021 solo il 39,4 per cento di questi è stato riciclato correttamente, a fronte di un target europeo da raggiungere del 65 per cento.
La strategia per risolvere il problema
Per favorire e aumentare la raccolta e il recupero di queste materie prime è necessario ridisegnare e armonizzare le infrastrutture di raccolta, introdurre incentivi per favorire le buone pratiche, aumentare la consapevolezza dei cittadini su raccolta e trattamento corretti dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche – RAEE, promuovere la ricerca e l’innovazione nel campo del recupero incoraggiando una maggiore collaborazione internazionale e introdurre standard nel trattamento dei RAEE.
A cura di Valentina Apicella