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Non si fa che parlare del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Un programma di investimenti messo in atto dall’Italia per accedere alle risorse europee stanziate del Next Generation EU. Gli interventi di natura strutturale saranno divisi in quattro macroaree: pubblica amministrazione, giustizia, semplificazione e competitività. Le risorse a disposizione dell’Italia e stanziate nel piano ammontano a 191,5 miliardi di euro, ripartiti in sei specifiche missioni.

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, le missioni

La prima missione riguarda la digitalizzazione, l’innovazione, la competitività e la cultura per 40,32 miliardi di euro. La seconda riguarda la rivoluzione verde e la transizione ecologica, 59,47 miliardi. La terza riguarda le infrastrutture per una mobilità sostenibile, 25,40 miliardi di euro. La quarta l’istruzione e la ricerca, 30,88 miliardi di euro, la quinta l’inclusione e la coesione, 19,81 miliardi di euro, e la sesta la salute, 15,63 miliardi di euro.

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Un fondo complementare di 30,6 miliardi di euro

Inoltre, al fine di finanziare ulteriori interventi, il Governo italiano ha previsto un fondo complementare di 30,6 miliardi di euro che portano gli investimenti totali del PNRR a 222,1 miliardi di euro. Interventi rivelatisi molto più che necessari, vista la congiuntura negativa che stanno attraversando le imprese italiane, fanno riflettere infatti i dati diffusi da CRIF rispetto alle richieste di credito presentate dalle imprese italiane, che fanno segnare un -8,1% rispetto al corrispondente periodo 2021. Per altro, il trend negativo riguarda sia le Società di capitali, che hanno fatto registrare un -5,5%, sia le Imprese individuali, per le quali la flessione è stata del -13,1%.

Le analisi delle istruttorie di finanziamento su EURISC

Queste le principali evidenze che emergono dall’analisi delle istruttorie di finanziamento registrate su EURISC, il Sistema di Informazioni Creditizie gestito da CRIF. “A seguito dello scoppio della pandemia le imprese italiane, specie quelle medio-piccole, avevano fortemente incrementato la richiesta di credito per far fronte al drastico ridimensionamento dei flussi di cassa e gestire l’attività corrente, oltre che per cogliere le opportunità offerte dai provvedimenti governativi”.

“A questa prima fase di emergenza era seguita una progressiva normalizzazione nel 2021, che trova continuità anche nel I trimestre dell’anno in corso. Piuttosto, da segnalare come le nostre aziende abbiano ricominciato a rivolgersi agli istituti di credito per raccogliere le risorse necessarie a sostenere la crescita e gli investimenti – commenta Simone Capecchi, Executive Director di CRIF. Nel prossimo futuro lo scenario potrebbe però risentire negativamente degli impatti derivanti dal conflitto ucraino, dall’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime nonché della crescita dell’inflazione. Mentre nuovi stimoli potrebbero derivare dall’implementazione del PNRR”.

La propensione agli investimenti

Indubbiamente la propensione agli investimenti è destinata a subire un’accelerazione grazie alla progressiva implementazione del PNRR all’insegna della rivoluzione digitale e della spinta all’innovazione, oltre che della trasformazione green e della transizione energetica. Per avere una visione più chiara di quelli che saranno gli scenari futuri in funzione di una riconversione green anche delle città e dei piccoli borghi, vi invitiamo ad approfondire tramite il Focus di questo numero. Buona lettura!

A cura di Tommaso Mazziotti

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