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Non sono positivi i dati rilevati dal centro studi di CRIF, per il I trimestre 2023 riguardo alle richieste di credito. Continua infatti la frenata delle richieste di credito da parte delle imprese (-8,1%) ma cresce la propensione agli investimenti per l’innovazione e lo sviluppo del business. Nel I trimestre 2023 si contrae il numero di richieste di credito presentate dalle imprese italiane, che fanno segnare un -8,1% rispetto al corrispondente periodo 2022.

Richieste di credito, il trend è negativo

Peraltro, il trend negativo riguarda sia le Società di capitali, che hanno fatto registrare un -5,5%, sia le Imprese individuali, per le quali la flessione è stata del -13,1%. Entrando nel dettaglio, il 53,8% delle richieste totali proviene dal settore della produzione, seguito dal commercio al dettaglio (con il 18,8%) e dal commercio all’ingrosso (con il 15,2%). Queste le principali evidenze che emergono dall’analisi delle istruttorie di finanziamento registrate su EURISC, il Sistema di Informazioni Creditizie gestito da CRIF.

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La fine della pandemia ha ribaltato il paradigma

“A seguito dello scoppio della pandemia le imprese italiane, specie quelle medio-piccole, avevano fortemente incrementato la richiesta di credito per far fronte al drastico ridimensionamento dei flussi di cassa e gestire l’attività corrente, oltre che per cogliere le opportunità offerte dai provvedimenti governativi. A questa prima fase di emergenza era seguita una progressiva normalizzazione nel 2021, che trova continuità anche nel I trimestre dell’anno in corso. Piuttosto, da segnalare come le nostre aziende abbiano ricominciato a rivolgersi agli istituti di credito per raccogliere le risorse necessarie a sostenere la crescita e gli investimenti” – commenta Simone Capecchi, Executive Director di CRIF.

Gli scenari futuri e il PNRR

Nel prossimo futuro lo scenario potrebbe però risentire negativamente degli impatti derivanti dal conflitto ucraino, dall’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime nonché della crescita dell’inflazione, mentre nuovi stimoli potrebbero derivare dall’implementazione del PNRR”. Dall’ultimo aggiornamento del Barometro CRIF emerge anche che l’importo medio nel primo trimestre dell’anno è in crescita del +2,0% e si attesta a 114.323 Euro. Indubbiamente la propensione agli investimenti è destinata a subire un’accelerazione grazie alla progressiva implementazione del PNRR all’insegna della rivoluzione digitale e della spinta all’innovazione, oltre che della trasformazione green e della transizione energetica.

Editoriale a cura di Tommaso Mazziotti

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