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Una strada per recuperare in parte le somme perse dagli azionisti della Banca Popolare di Bari si sta profilando in Parlamento. L’associazione Avvocati dei Consumatori ha chiesto con il Comitato Indipendente Azionisti BPB alla Commissione Banche di estendere il FIR anche gli azionisti colpiti dalla debacle della BPB. Si tratta di risorse istituite presso il Ministero dell’economia e delle finanze chiamato Fondo Indennizzo Risparmiatori (FIR), destinate ad indennizzare i risparmiatori che hanno subìto un pregiudizio ingiusto da parte di banche e controllate con sede legale in Italia, poste in liquidazione coatta amministrativa. Tra queste vi sono Banca Etruria, Banca delle Marche, Cassa di risparmio della Provincia di Chieti, Cassa di risparmio di Ferrara, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca.

Pari trattamento per gli azionisti di Banca Popolare di Bari

La richiesta si fonda sulla necessità di assicurare un pari trattamento anche agli azionisti di una Banca commissariata come BPB che hanno perso tutti i loro risparmi. «Siamo dinanzi alle stesse situazioni già verificatesi nel caso di Veneto Banca – spiega Domenico Romito per l’Associazione Avvocati dei Consumatori a Progetti & Finanza – dove i risparmiatori\azionisti hanno perso i loro investimenti a causa di scorrettezze di massa che dovevano essere evitate. Come per gli azionisti di Veneto Banca il Fondo (Fir) può quantomeno parzialmente indennizzare nella misura del 30 per cento del prezzo pagato per le azioni, entro il limite massimo complessivo di 100.000 euro per ciascun avente diritto. Il caso Banca Popolare di Bari rispecchia infatti quanto successo negli istituti di credito già ammessi al FIR e quindi sarebbe una vera ingiustizia privare chi ha subito le stesse perdite di accedere al Fondo».

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Il tentativo di finanziarsi con i risparmi dei clienti

CCCom’è noto l’istituto barese ha posto in essere numerosi comportamenti di Mis-Selling in occasione della vendita di suoi titoli che giustificano un ampliamento della platea dei destinatari del FIR già operativo in favore degli acquirenti di titoli collocati o emessi dalle così dette Banche Risolte. Anche gli acquirenti dei titoli di Banca Popolare di Bari – continua Romito – versano infatti in identica situazione in quanto: la vendita massiva di sue azioni è avvenuta con modalità analoghe che non si appalesano come autonome iniziative di singoli dipendenti addetti alla vendita dei titoli ma piuttosto l’esecuzione di un preciso programma della Banca, con aumenti di capitale per centinaia di milioni, perseguito con fredda e sistematica determinazione, di finanziarsi con i risparmi dei suoi clienti facendo prevalere i suoi interessi rispetto a quelli dei clienti che avrebbe dovuto tutelare».

VInoltre nel corso delle centinaia di azioni legali intraprese è stato accertato da parte di numerosi Consulenti Tecnici di Ufficio nominati dal Tribunale di Bari che i titoli (sia le azioni che le obbligazioni) presentavano ab origine un alto rischio di perdita di capitale come peraltro già accertato dalla Corte di Appello di Bari in sede di conferma delle sanzioni della Consob».


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