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Una mano tangibile alla salute mentale arriva dal governo con il bonus psicologico. Con un emendamento nel Milleproproghe sono stati stanziati una ventina di milioni di euro per un contributo a chi chiederà assistenza a psicologi e strutture. Una misura divisa in due. Una metà ad Asl e consultori e destinati al potenziamento della rete pubblica, l’altra metà distribuita sotto forma di bonus a chi ne avrà diritto.

Bonus Psicologico, chi può richiederlo e come

Un aiuto finanziario a chiunque soffra di un disagio di salute mentale, che può essere causato o meno dalla pandemia. Non ci sono, dunque, distinzioni di età. La misura si concretizzerà in un voucher, erogato dal medico di base, a disposizione di chi soffre di disagi psicologici. Il contributo per il 2022 sarà da 500 euro che si tradurrebbero in un pacchetto di 6-10 sedute da uno specialista. Il voucher verrebbe regolato dall’Isee per agevolare la fasce meno abbienti. Un aiuto che nel 2021 era già stato finanziato e che poi per una serie di problemi fu cassato nel dicembre 2021.

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Malessere psicologico: le origini del bonus

La misura arriva all’indomani dell’allarme lanciato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi che ha inanellato una serie di dati molto preoccupanti. Secondo l’Ordine in Italia in questi anni ben 8 persone su 10 hanno sviluppato problemi di malessere psicologico e 2 su 10 disturbi mentali più severi. Sempre più diffuse sindromi come l’agorafobia o la paura del contatto con altri. Nelle formi gravi si diffonde anche a macchia d’olio tra i più giovani la sindrome di hikikomori. Si tratta di un meccanismo di difesa messo in atto come reazione alle eccessive pressioni di realizzazione sociale tipiche delle società. Nella pratica si resta chiusi in casa davanti ad un pc o uno smartphone evitando il contatto con gli esterni per diversi giorni.

Lo studio sugli effetti della pandemia

“La pandemia di Covid-19 ha letteralmente sconvolto il mondo che tutti eravamo soliti conoscere e vivere nel giro di pochissime settimane – si legge in un report della Fondazione Veronesi che ha analizzato uno studio realizzato dal Dipartimento di Scienze Biomediche di Humanitas University. La pandemia di Covid-19 ha impattato in maniera significativa sulla sfera psicologica ed emozionale degli individui.

Questo studio preliminare, basato un campione di 2.400 persone, ha rilevato che nel periodo di pandemia il 21% degli intervistati ha notato un peggioramento nei rapporti con il partner e il 13% con i propri figli. Inoltre, il 50% del campione ha rivelato di aver subito un incremento della fatica percepita durante lo svolgimento di attività lavorative. Il 70% degli studenti ha invece dichiarato un sensibile calo della concentrazione nello studio. Il servizio sanitario nazionale si prepari agli effetti psicologici derivanti dalla pandemia. Sintomatologie come ansia e depressione finora contenute dal contesto emergenziale stesso sarebbero pronte a manifestare i loro effetti a lungo termine. Sarà necessario attenzionare il prima possibile soprattutto le fasce sensibili della popolazione, come bambini, adolescenti, anziani, persone con disabilità».

A cura di Giorgio Tera

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