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Spatriati. Nella doppia accezione di “espatriati” ma anche di “privati della patria”. Questo il titolo del romanzo di Mario Desiati, edito da Einaudi e vincitore del Premio Strega 2022. Spatriato, come apprendiamo dal colloquio di Desiati con Micromega, deriva dalla parola del dialetto di Martina Franca (Ta) spatriètə, ed è “un termine che raccoglie diversi significati, oltre a quello di essere andato via. Sta anche per irregolare, vagabondo, ramingo, balordo, sparito, ucciso, sciatto, interrotto. Lo spatriato è colui che sta fuori da un’idea comune, da una convenzione”.

Spatriati, la saga dei cervelli in fuga

Spatriati è, molto riduttivamente, la saga di due “cervelli in fuga”, che per molti significa traditori della propria patria. Ma come l’autore stesso sottolinea, “i disertori in una guerra possono essere degli eroi se disertano un’armata di sanguinari”. Del resto, “senza inquietudine non ci sarebbe la letteratura, i demoni vanno tenuti in considerazione. Quando ero giovane avevo come motto ‘Ama il tuo demone’. Oggi penso sia molto pericoloso, non bisogna lasciarsi travolgere, altrimenti si perde la chiarezza della scrittura”. Nel romanzo i protagonisti Francesco e Claudia navigano a vista nelle incerte lande europee, cercando identità professionali e sessuali non allineate. Claudia troverà in Berlino il suo “posto nel mondo”, mentre Francesco tornerà alle origini in Puglia. La quale secondo Desiati è munita di artigli che, come i suoi cieli, graffiano irrimediabilmente.

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Lo scenario pugliese sullo sfondo della vicenda

“L’immagine dei cieli pugliesi che lasciano graffi” – rivela lo scrittore a Micromega – mi è stata ispirata da una lettera scritta da Franz Kafka a Oskar Pollak nel 1902, in cui Praga viene paragonata a una matrigna con gli artigli. Direi che non c’è nessuna madre patria che chiama, è più qualcosa di interiore che di esteriore”. E Desiati, pugliese, ha dedicato lo Strega a a un’altra scrittrice pugliese, la compianta Maria Teresa Di Lascia, nativa di Rocchetta Sant’Antonio nel Foggiano, dove lo incontriamo in occasione di una rassegna letteraria.

Spatriati e un ricordo particolare

Ora che hai visitato Rocchetta, chiediamo allo scrittore, cosa ne pensi di questo paese che ha dato i natali a questa grande scrittrice italiana? Provo una grande suggestione. Questo è un paesaggio che amo molto e, in passato ho provato anche a raccontarlo nei reportage che facevo per il quotidiano La Repubblica a Bari. C’è un bellissimo clima e, davvero, mi sono commosso andando in piazza e vedendola dedicata a Maria Teresa Di Lascia, vedendovi il suo nome scritto. Accorgendomi così che un paese ricordi una scrittrice scomparsa recentemente e vincitrice del premio strega, ma che non ha avuto la cristallizzazione da parte della critica letteraria come avrebbe meritato in questo decennio. È importante che un paese la ricordi e che adesso sia riscoperta grazie alle nuove generazioni che la stanno conoscendo e la stanno amando. E la stanno amando in moltissimi.

L’assenza di librerie al sud Italia

La tua regione di nascita è la Puglia che hai definito “una terra di frontiera”. Quanto pesa ancora quest’assenza di librerie, di contesti ad hoc? La Puglia vanta senz’altro delle rassegne letterarie bellissime ma c’è ancora molto da fare visto che in molti paesi mancano biblioteche e mancano le librerie. Io sono un pochino ottimista, perché scrivo anche libri per ragazzi e in questi anni mi sono trovato a incontrare scuole, ragazzi e insegnanti. E c’è un entusiasmo anche a volte un po’ donchisciottesco visti i pochi mezzi. A volte non è importante la presenza dello scrittore, ma è importante la fruibilità di un testo, la fruibilità di un libro, la fruibilità di un’occasione affinché quel libro venga conosciuto e venga letto. Le scuole sono fondamentali ma sono fondamentali anche dei punti d’incontro, delle biblioteche. Certo, questa sera durante la premiazione abbiamo parlato di lungimiranza e talvolta occorre anche tanto tempo anche per poter creare un luogo, e soprattutto la sensibilità a far sì che vi sia un luogo, la sensibilità di mobilitare la popolazione affinché vi sia una libreria in quel luogo, che vi sia la possibilità di riunirsi e restare in silenzio a leggere un libro. Questa è anche una scommessa utile un po’ a tutti, perché leggere conviene e migliora la vita. Ma è un’esperienza che si comprende facendola. […]

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A cura di Marco Zonetti

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