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Novità sulla governance del PNRR. Con il decreto-legge n. 13/2023, il Governo cerca di farsi del male e di farlo a tutti noi. O non hanno capito cosa rappresenta per il Paese il Pnrr (cosa molto probabile) o c’è una volontà perversa a sfasciare tutto per poi ergersi a salvatori (???) della patria alimentando la voglia di poteri forti.

Discontinuità sulla governance del PNRR

Discontinuità! In sostanza interviene (il Governo) sulla “governance Pnrr” (la governance è l’insieme dei principi, delle regole e delle procedure con cui si gestiscono e si controllano le organizzazioni, le istituzioni o i fenomeni complessi con implicazioni sociali, collettive) già operativa, per modifiche, oggettivamente, inutili e pericolose da un punto di vista organizzativo e di tempi concordati con la Comunità Europea per raggiungere gli obiettivi legati ai finanziamenti Pnrr.

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Le novità introdotte dal Decreto legge

Ma quali sono, ne vediamo solo alcune, le “indispensabili” modifiche introdotte dal nuovo decreto-legge? I compiti e le funzioni della segreteria tecnica per il Pnrr sono trasferiti a una nuova e più corposa (ci risiamo con i “contentini” da elargire a questo o quel partito, a tizio e caio) “struttura di missione” Pnrr, presso la Presidenza del Consiglio, a supporto del Ministro per gli Affari Europei (Fitto). La nuova struttura avrà un coordinatore e 4 direzioni generali, 9 unità dirigenziali e 50 dipendenti. L’organizzazione, le modalità di formazione e la chiamata del personale sono ancora da definire.

Nasce l’ispettorato generale del PNRR

Viene istituito un nuovo ufficio denominato Ispettorato Generale per il Pnrr che sostituisce il Servizio Centrale Pnrr, presso la Ragioneria generale dello Stato. Questo nuovo ufficio necessiterà di 8 uffici di livello dirigenziale e per svolgere il proprio lavoro(???) potrà avvalersi di società partecipate dallo Stato. Altri “debiti elettorali” pagati. Viene soppresso il “tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale”.

La consultazione delle parti sociali

La consultazione delle parti sociali, elemento richiesto dalla normativa europea per una governance efficiente, viene assicurata dalla partecipazione (forse prima non partecipavano???) del Presidente della Conferenza delle regioni e province autonome, dai Presidenti ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e UPI (Unione Province Italia), dal Sindaco di Roma capitale, dai rappresentanti delle parti sociali, dai rappresentanti delle categorie produttive e sociali, dai rappresentanti del sistema Università e Ricerca, rappresentanti della società civile e organizzazioni della cittadinanza […]

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A cura di Alfonso Pio Savelli

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