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Ogni impresa sta vivendo la sua quarta rivoluzione industriale e sta affrontando gli effetti prodotti dalla cosiddetta ‘digital transformation’. La vera sfida imprenditoriale risiede nel possedere un nuovo atteggiamento mentale, nuove competenze, nuove risposte. Il Piano Nazionale italiano dell’Industria 4.0 o ‘Impresa 4.0’ si è rivelato fondamentale per accogliere e interpretare al meglio il paradigma dell’Industry 4.0, favorendo dunque un progressivo processo di trasformazione digitale in tutti i settori economici nazionali.

Siamo di fronte ad una avanzata dell’innovazione che sta stravolgendo gli atteggiamenti e le dinamiche di tutti gli attori del mercato e che impone loro di adottare nuove procedure operative. E allora, quali dinamiche e procedure operative dovrebbero adottare le imprese per essere sempre più competitive sul mercato per adeguarsi ai cambiamenti che lo stesso produce? Ho voluto approfondire questo argomento nel mio libro ‘Impresa 4.0’ (in vendita su Amazon ndr), che considero utile per comprende nel dettaglio le tematiche fondamentali e imprescindibili per la sopravvivenza e la crescita della realtà imprenditoriale nazionale nell’era dell’Impresa 4.0. All’interno del libro potrai scoprire: quale mindset deve adottare l’imprenditore in questo nuovo scenario di rivoluzione digitale per favorire un progressivo processo di trasformazione aziendale; quali sono le componenti chiave dell’Industria 4.0 e come acquisire dati in tempo reale interagendo con la tecnologia CPS cyber-physical-system (Internet of Things, cloud computing, cognitive computing, big data, intelligenza artificale, cyber security, learning machine, ecc.); come elaborare una Digital Strategy efficace e ottenere valore dall’immensa mole di dati raccolti mediante l’applicazione dei big five (mobile, cloud computing, big data, social media, Internet of Things); quali sono gli strumenti di web marketing aziendale che un’azienda deve sviluppare, la loro importanza strategica e le potenzialità che offrono nell’importante processo di lead generation.

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Intanto arrivano segnali di forte recupero dell’economia nazionale, un po’ in tutti i comparti, lo rende noto Assolombarda attraverso un comunicato stampa sul tema. Tra aprile e giugno nel manifatturiero sono aumentati, infatti, sia la produzione (+9,3% rispetto ai livelli medi del 2019, periodo pre-Covid) sia l’export (+6,6% rispetto al corrispondente periodo del 2019) e nei mesi estivi sono ripartiti i servizi. Per quanto riguarda il PIL regionale, sono attesi un rimbalzo del +5,4% nel 2021 e un recupero dei livelli pre-Covid anticipato alla fine del 2022. Dai dati riferiti ad agosto, tuttavia, emergono segnali di rallentamento della crescita dell’industria nel Nord Ovest e in Lombardia, su cui pesano le tensioni di alcune materie prime e l’attenuazione della domanda di alcuni settori. Si ridimensiona, infatti, in modo contenuto il clima di fiducia del manifatturiero, dei servizi e dei consumatori e gli indici, anche se non più su livelli record, rimangono vicini ai massimi storici dei mesi precedenti. Sono questi alcuni dei dati evidenziati nel booklet economia a cura del Centro Studi di Assolombarda, pubblicato su Genio & Impresa (Genioeimpresa.it), il web magazine dell’Associazione.

Guardando nel dettaglio i numeri, la produzione manifatturiera lombarda accelera del +9,3%, meglio sia rispetto al totale nazionale (+4,2% Italia nel secondo trimestre 2021 sul 2019) sia rispetto ai benchmark europei (+3,1% Cataluña, -3,7% Baden-Württemberg). Un’accelerazione che coinvolge tutte le imprese, ma in particolar modo quelle di maggiori dimensioni (+14,1% la produzione nel secondo trimestre 2021 rispetto alla media 2019), seguono le medie imprese (+10,8%) e più distanziate le piccole (+4,9%). Nel secondo trimestre del 2021 torna a crescere rispetto al pre-Covid l’export lombardo del +6,6%, al di sopra dello stesso periodo del 2019 e in linea con il totale nazionale (+6,5%). Se tuttavia si considerano i primi sei mesi dell’anno, il dato complessivo delle esportazioni lombarde è limitato ad un +3% rispetto al 2019, risentendo di un recupero tra gennaio e marzo più lento che in molti dei benchmark: +4,1% Italia nel totale del primo semestre, +6,6% Emilia-Romagna, +5,0% Veneto, +6,1% Baden-Württemberg e +5,9% Cataluña. Per quanto riguarda i settori elettronica (+23,5% l’export a gennaio-giugno 2021 rispetto al 2019), l’alimentare (+12,3%), gli apparecchi elettrici (+9,9%) e la chimica (+8,0%) totalizzano risultati superiori al periodo pre-Covid. Dopo una crescita sostenuta nel primo trimestre 2021 con un complessivo +5,9% nel semestre, la farmaceutica, nel secondo trimestre 2021 segna una riduzione. Grazie alla sostenuta performance nel secondo trimestre, si portano sopra ai livelli 2019 anche i metalli (+7,6% nel primo semestre 2021) e la gomma plastica (+5,0%). Nonostante il miglioramento tra aprile e giugno, resta ancora terreno da recuperare per l’automotive (-6,4%), la moda (-7,0%), la meccanica (-2,1%), altro manifatturiero con mobili e design (-1,9%) e legno (-3,2%). Peggiora ulteriormente, invece, il comparto dei prodotti petroliferi, con perdite nel primo semestre 2021 pari a -17,2% rispetto al 2019. Pur attestandosi su livelli storicamente molto elevati, la fiducia delle imprese, in particolare nel manifatturiero nel Nord Ovest, scende da 114,9 in luglio a 113,1 in agosto e nei servizi da 116,7 a 115,7. Una situazione analoga anche nelle maggiori economie europee tranne in Germania dove l’industria tocca un nuovo record.

Anche tra i consumatori la fiducia cede ad agosto rispetto al mese precedente come effetto, soprattutto, del deterioramento delle componenti relative al clima personale e al clima futuro, più limitatamente alla situazione corrente. Dopo i cali del 2020, nel secondo trimestre 2021 torna ad aumentare il numero degli occupati con un incremento su base annua di +64mila unità secondo le stime provvisorie dell’Istat. Cresce di 97mila unità rispetto allo scorso anno, la disoccupazione, ma si contraggono, per la prima volta dall’inizio della pandemia, gli inattivi (-176mila). Un dato che si trasferisce in disoccupazione ma in parte anche in nuova occupazione. Rispetto ai benchmark europei, il tasso di disoccupazione sale sensibilmente in Lombardia (al 6,0% nel 2° trimestre 2021 dal 4,1% del 2020), mentre scende in Cataluña (al 12,3% dal 12,8%), Bayern (al 3,6% dal 3,8%) e Baden-Württemberg (al 4,0% dal 4,2).

A cura di Tommaso Mazziotti
Presidente CDA Cred.it spa






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