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I sindacati dividono il fronte ampio della maggioranza. Le sigle hanno proclamato uno sciopero generale di 8 ore nella data del 16 dicembre, per protestare contro le misure della manovra voluta dal Governo e dal Premier Mario Draghi. Ma la scelta dei sindacati sta frantumando le opinioni della maggioranza. Una parte dei partiti di sinistra tenta di ricucire con la CGIL, mentre la destra che invece disapprova la scelta dello sciopero.

Le motivazioni dello sciopero del 16 dicembre

A far saltare il banco sono state le scelte fatte in ambito scolastico. Ma tra i motivi dello sciopero ci sono le scelte fatte in materia di fisco, pensioni, scuola, politiche industriali e contrasto alle delocalizzazioni, contrasto alla precarietà del lavoro soprattutto dei giovani e delle donne, non autosufficienza, tanto più alla luce delle risorse, disponibili in questa fase, che avrebbero consentito una più efficace redistribuzione della ricchezza, per ridurre le diseguaglianze e per generare uno sviluppo equilibrato e strutturale e un’occupazione stabile. I sindacati hanno giudicato insufficiente quanto il Governo ha deciso in questi ambiti, attraverso la bozza di Manovra del 2022. Ragionamento a parte per il settore della scuola che sarà in piazza già il 10 di dicembre. La protesta nasce dal taglio del personale ATA Covid e le poche risorse stanziate per il personale docente.

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Le reazioni della politica allo sciopero

Diverse le reazioni della politica alla scelta dei sindacati. La Lega di Matteo Salvini ha attaccato duramente questa scelta. Il Carroccio ha definito la CGIL “irresponsabile” e ha ringraziato la Cisl per il “senso di responsabilità”, vista la disponibilità data nel ritrattare. Il Partito democratico è stato più possibilista e confida nel “dialogo e confronto con le parti sociali che non si deve interrompere”, come dice la capogruppo alla Camera Debora Serracchiani. Quest’ultima ha esortato a “lavorare tutti insieme, senza divisioni”. Nelle ultime ore una delegazione Pd ha incontrato i sindacati della scuola che contro la manovra sciopereranno il prossimo venerdì, nel tentativo di trattare e far rientrare il malcontento.

La reazione di Landini della CGIL

“Draghi ha tentato mediazione, ma è stato bloccato dai partiti”. É quanto afferma Maurizio Landini in un’intervista rilasciata al quotidiano la Repubblica sulle motivazioni dello sciopero generale. “Quella del governo è una manovra socialmente ingiusta”, afferma. “Draghi ha avanzato l’idea di escludere per un anno dal beneficio fiscale i redditi oltre i 75 mila euro. Su questo è stato brutalmente messo in minoranza dai partiti della sua maggioranza”, che “pensano più alle proprie bandierine elettorali che agli interessi dell’Italia”, conclude il segretario della CGIL.

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