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Vladimir Putin ha annunciato lo stop al gas russo verso i paesi dell’UE. La notizia era nell’aria da diversi mesi, come conseguenza delle tensioni relative alla guerra in Ucraina. Il presidente della Federazione Russa aveva da tempo anticipato che, qualora l’UE avesse approvato un tetto al prezzo del gas, si sarebbero progressivamente interrotti i rapporti commerciali con il vecchio continente in relazione all’energia.

L’annuncio dello stop al gas russo

La Gazprom, azienda di stato del settore dell’energia, ha confermato lo stop al gas russo verso l’Europa chiudendo il Nord Stream 1. Si tratta del gasdotto che trasporta gas verso la Germania e il resto d’Europa, tra cui anche l’Italia. L’azienda di stato russa ha comunicato che le attività di pompaggio presso lo stabilimento di gas liquefatto di Portovaya, a Nord-Ovest di San Pietroburgo, sono state interrotte. In una nota si legge che è stata rilevata una perdita alla turbina Nord della stazione di Portovaya e che quindi non può operare in sicurezza a causa del danno subito. Per questo, prosegue il testo senza indicare una data di riapertura, la stazione resterà chiusa fino a quando verranno effettuate le riparazioni necessarie.

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La strategia dell’Italia per l’inverno

Nel frattempo il Governo dimissionario è a lavoro per cercare di aumentare gli stoccaggi in vista dell’inverno. Sono aumentati progressivamente gli accordi con altri paesi produttori al fine di tamponare la probabilissima mancanza della fornitura russa. Rimane un tema della campagna elettorale in corso per le politiche anche quello dei rigassificatori e dell’approvvigionamento energetico attraverso altre fonti. Il Governo ha assicurato la presenza di stoccaggi sufficienti per l’inverno, ma il tema è anche quello dei costi che stanno progressivamente lievitando, a danno delle famiglie e delle imprese.

Il punto di vista di Descalzi

Sul tema è intervenuto anche il n°1 dell’Eni, Claudio Descalzi. “Il nostro piano è di sostituire, tra questo e l’anno prossimo, poco piú del 50% del gas che noi di Eni importiamo dalla Russia”, ha spiegato. “Dopodichè nel 2023-24 arrivare all’80% e di svincolarci al 100% nel 2024-25. La situazione attuale è questa: se l’inverno sarà mediamente mite, potremo riuscire a farcela. Dobbiamo essere molto focalizzati – questo inverno sarà il più difficile – e riuscire a diversificare le fonti. Ovviamente è necessario anche proseguire nel cammino delle rinnovabili, dobbiamo incrementare la produzione ma bisogna anche essere molto attenti nei consumi perché non possiamo permetterci di sprecare risorse che non abbiamo”. 

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